“Romeo l’ultrà e Giulietta l’irriducibile”, testo e regia di Gianni Clementi. Al Teatro Roma della Capitale

Romeo l'ultrà e Giulietta l'irriducibile

Non c’è verso oltre Shakespeare

Ci hanno proprio provato in tanti / ma quasi sempre la vena difetta / a riscrivere Romeo e Giulietta / in prosa o in versi roboanti. Ci si è messo col suo romanesco / il drammaturgo sor Gianni Clementi / dal Bardo a cercare sacramenti / il pesce purtroppo non era fresco. Lui romanista e lei della Lazio / parlano in rima da borgatari / menano la vita da gruppettari / ma la commedia non andrà da Fazio. Fanno gli ultrà a tempo perduto / da una parte Montecchi da stadio / di fronte i Capuleti col gladio / dopo mezz’ora è tempo scaduto. Perché il gioco può durare poco / non è un Bernstein, non è Scuotilancia / viene un po’ di vuoto alla pancia / e si sta come nell’acqua il fuoco. Grida, insulti, gran folla in scena / poco costrutto e molto rumore / più del teatro poté il sudore / niuno lesina furore e lena. Non la si deve fare molto lunga / il grande di Stratford è troppo forte / da temerari sfidare la sorte / e sperare in tragedia che punga. Non rimane che la consolazione / d’aver visto dei giovani attori / in esercizi d’arte e d’amori / ma ora finisce la recensione.

Marcantonio Lucidi,
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