“Real Madrid Roma 1 – 2” di Giuseppe Manfridi, diretto e interpretato da Paolo Triestino al teatro Belli

Real Madrid Roma 1-2

L’importante è raccontare

Real Madrid Roma 1-2 di Giuseppe Manfridi, monologo diretto e interpretato da Paolo Triestino al teatro Belli, è uno spettacolo che funziona anche per chi non è interessato al calcio. Perché la pelota, come la chiamava Gianni Brera, è forse il miglior sostituto possibile della guerra. E attorno alla guerra non girano soltanto ventidue giocatori, ma la Storia. Quella piccola naturalmente di Roberto Muzzi, attaccante dell’Udinese figlio d’un carrozziere di Morena che alla prima di campionato 2001-2002 rifilò al 92° il gol dell’1 – 1 alla “Maggica” campione d’Italia. E quella grande perché l’11 settembre 2001 si giocò in un clima surreale la partita di Champions Roma – Real Madrid che finì 1 a 2. La palla girava anche sopra la tragedia delle Torri gemelle. Il narratore, cioè Manfridi, quel giorno stava al Cairo a fare il giurato a un festival internazionale di teatro e quando entra nell’ascensore dell’albergo, già sa quello che è successo a New York ma i due americani che scendono con lui sono ignari di tutto e stanno andando a fare un bagno in piscina. Un bel tuffo mentre i corpi si stanno gettando dalle finestre dei due grattacieli.
Manfridi è un romanista tifosissimo ma soprattutto un gran bel scrittore teatrale e sa che gli esseri umani vivono, facendo finta di niente, in una quotidianità epica che nasconde ogni sorta di sorpresa. Da giovane Julio Iglesias, il cantante di maggior successo nella storia della musica leggera europea, era un promettente portiere del Real. La carriera gli fu interrotta nel ‘63 da un incidente automobilistico che rischiò di lasciarlo paralizzato. Lo aveva investito un tizio di Pamplona. Durante la lunga convalescenza all’ospedale, Iglesias imparò a suonare la chitarra, regalatagli da un infermiere, e si mise a scrivere testi e cantare canzoni terribilmente tristi. I destini degli esseri umani passano per le strade più tortuose, anche per Pamplona, come sappiamo tutti quanti, però Manfridi è un artista, ossia un’anima che trasforma l’ordinario in sorprendente e il relativo in assoluto, cosa che pochi sanno fare.
Quindi il football è una metafora che serve a narrare il nostro tempo e i racconti di calcio di Manfridi, che ha scritto un intero ciclo intitolato “Dieci partite”, sono storie di storie. Poi naturalmente arriva il momento centrale della partita Real Madrid – Roma che si giocò al Santiago Bernabeu il 5 marzo 2008. Mentre Triestino racconta, con quel suo modo d’essere interprete solista senza mai esagerare, tenendo sempre bene a mente che esiste un delicato equilibrio fra attore e testo, passano su uno schermo scene dei film di Sergio Leone, il duello finale a tre nel camposanto de Il Buono, il brutto, il cattivo, Henry Fonda che s’avvia alla sfida con Charles Bronson in C’era una volta il West. Perché la vita e l’anima stessa degli uomini che anela all’immensità sono un grande racconto epico. La vittoria e la sconfitta tutto sommato non hanno importanza. L’importante è raccontare.

Marcantonio Lucidi,
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